LA RADICE
EUROPEA DI CULTURA E PROGRESSO ORIGINA DAL “QUARERE DEUM”
BENEDETTO
XVI: VISITA ALLA SEDE DI ROMA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE
"AGOSTINO GEMELLI", 03.05.2012
(…) Il nostro è un tempo in cui le scienze
sperimentali hanno trasformato la visione del mondo e la stessa auto
comprensione dell’uomo. Le molteplici scoperte, le tecnologie innovative che si
susseguono a ritmo incalzante, sono ragione di motivato orgoglio, ma spesso non
sono prive di inquietanti risvolti. Sullo sfondo, infatti, del diffuso
ottimismo del sapere scientifico si protende l’ombra di una crisi del pensiero.
Ricco di mezzi, ma non altrettanto di fini, l’uomo del nostro tempo vive spesso
condizionato da riduzionismo e relativismo, che conducono a smarrire il significato
delle cose; quasi abbagliato dall’efficacia tecnica, dimentica l’orizzonte
fondamentale della domanda di senso, relegando così all’irrilevanza la
dimensione trascendente. Su questo sfondo, il pensiero diventa
debole e acquista terreno anche un impoverimento etico, che annebbia i
riferimenti normativi di valore. Quella che è stata la feconda radice europea
di cultura e di progresso sembra dimenticata. In essa, la ricerca dell’assoluto
- il quaerere Deum - comprendeva l’esigenza di approfondire le scienze profane,
l’intero mondo del sapere (cfr Discorso al Collège des Bernardins di Parigi, 12
settembre 2008). La ricerca scientifica e la domanda di senso, infatti, pur
nella specifica fisionomia epistemologica e metodologica, zampillano da
un’unica sorgente, quel Logos che presiede all’opera della creazione e guida
l’intelligenza della storia. Una mentalità fondamentalmente tecnopratica genera
un rischioso squilibrio tra ciò che è possibile tecnicamente e ciò che è
moralmente buono, con imprevedibili conseguenze. E’ importante allora che la cultura
riscopra il vigore del significato e il dinamismo della trascendenza, in una
parola, apra con decisione l’orizzonte del quaerere Deum. (…)
Religione
del Logos, il Cristianesimo non relega la fede nell’ambito dell’irrazionale, ma
attribuisce l’origine e il senso della realtà alla Ragione creatrice, che nel
Dio crocifisso si è manifestata come amore e che invita a percorrere la strada
del quaerere Deum: «Io sono la via, la verità, la vita». Commenta san Tommaso
d’Aquino: "Il punto di arrivo di questa via infatti è il fine del
desiderio umano. Ora l’uomo desidera due cose principalmente: in primo luogo
quella conoscenza della verità che è propria della sua natura. In secondo luogo
la permanenza nell’essere, proprietà questa comune a tutte le cose. In Cristo
si trova l’una e l’altra... Se dunque cerchi per dove passare, accogli Cristo
perché egli è la via» (Esposizioni su Giovanni, cap. 14, lectio 2). (…)Vissuta nella sua integralità, la ricerca è
illuminata da scienza e fede, e da queste due «ali» trae impulso e slancio,
senza mai perdere la giusta umiltà, il senso del proprio limite. In tal modo la
ricerca di Dio diventa feconda per l’intelligenza, fermento di cultura,
promotrice di vero umanesimo, ricerca che non si arresta alla superficie. Cari
amici, lasciatevi sempre guidare dalla sapienza che viene dall’alto, da un
sapere illuminato dalla fede, ricordando che la sapienza esige la passione e la
fatica della ricerca.