ABBIATE IL CORAGGIO DI OSARE
BENEDETTO
XVI: INCONTRO CON LA CITTADINANZA DI SANSEPOLCRO
(…) Mille anni fa, i santi pellegrini Arcano ed
Egidio, di fronte alle grandi trasformazioni del tempo, si misero alla ricerca
della verità e del senso della vita, dirigendosi verso la Terra Santa.
Tornando, portarono con sé non solo le pietre raccolte sul monte Sion, ma la
speciale idea che avevano elaborato nella Terra di Gesù: costruire nell’Alta
Valle del Tevere la civitas hominis a immagine di Gerusalemme che, nel suo
stesso nome, evoca giustizia e pace. Un progetto che richiama la grande visione
della storia di sant’Agostino nell’opera «La Città di Dio».
Quando i Goti di Alarico entrarono in Roma e il mondo pagano accusò il Dio dei Cristiani di non aver salvato Roma caput mundi, il Santo Vescovo di Ippona chiarì ciò che dobbiamo aspettarci da Dio, la giusta relazione tra sfera politica e sfera religiosa. Egli vede nella storia la presenza di due amori: «amore di sé», fino all’indifferenza per Dio, per l’altro, e «amore di Dio», che porta alla piena libertà per gli altri e ad edificare una città dell’uomo retta dalla giustizia e dalla pace (cfr La Città di Dio, XIV, 28).
Di certo questa visione non fu estranea ai fondatori di Sansepolcro. Essi idearono un modello di città articolato e carico di speranza per il futuro, nel quale i discepoli di Cristo erano chiamati ad essere il motore della società nella promozione della pace, attraverso la pratica della giustizia. La loro sfida coraggiosa diventò realtà, con la perseveranza di un cammino che, grazie al supporto del carisma benedettino prima e dei monaci Camaldolesi poi, è continuato per generazioni. Fu necessario un forte impegno per fondare una comunità monastica e poi, intorno alla Chiesa Abbaziale, la vostra città. Non fu solo un progetto che segna l’urbanistica del Borgo di Sansepolcro, perché la stessa collocazione del Duomo ha una forte valenza simbolica: è il punto di riferimento, a partire dal quale ciascuno può orientarsi nel cammino, ma soprattutto nella vita; costituisce un forte richiamo a guardare in alto, a sollevarsi dalla quotidianità, per dirigere gli occhi al Cielo, in una continua tensione verso i valori spirituali e verso la comunione con Dio, che non aliena dal quotidiano, ma lo orienta e lo fa vivere in modo ancora più intenso. Questa prospettiva è valida anche oggi, per recuperare il gusto della ricerca del «vero», per percepire la vita come un cammino che avvicina al «vero» e al «giusto».
Cari amici, l’ideale dei vostri fondatori è giunto fino ai nostri giorni e costituisce non soltanto il cardine dell’identità di Sansepolcro e della Chiesa diocesana, ma anche una sfida a conservare e promuovere il pensiero cristiano, che è all’origine di questa Città.
Il Millenario è l’occasione per compiere una riflessione, che è, ad un tempo, cammino interiore sulle vie della fede e impegno a riscoprire le radici cristiane, affinché i valori evangelici continuino a fecondare le coscienze e la storia quotidiana di voi tutti. Oggi vi è particolare bisogno che il servizio della Chiesa al mondo si esprima con fedeli laici illuminati, capaci di operare dentro la città dell’uomo, con la volontà di servire al di là dell’interesse privato, al di là delle visioni di parte. (…) Alla sfiducia verso l’impegno nel politico e nel sociale, i cristiani, specialmente i giovani, sono chiamati a contrapporre l’impegno e l’amore per la responsabilità, animati dalla carità evangelica, che chiede di non rinchiudersi in se stessi, ma di farsi carico degli altri. Ai giovani rivolgo l’invito a saper pensare in grande: abbiate il coraggio di osare! Siate pronti a dare nuovo sapore all’intera società civile, con il sale dell’onestà e dell’altruismo disinteressato. E’ necessario ritrovare solide motivazioni per servire il bene dei cittadini.
Quando i Goti di Alarico entrarono in Roma e il mondo pagano accusò il Dio dei Cristiani di non aver salvato Roma caput mundi, il Santo Vescovo di Ippona chiarì ciò che dobbiamo aspettarci da Dio, la giusta relazione tra sfera politica e sfera religiosa. Egli vede nella storia la presenza di due amori: «amore di sé», fino all’indifferenza per Dio, per l’altro, e «amore di Dio», che porta alla piena libertà per gli altri e ad edificare una città dell’uomo retta dalla giustizia e dalla pace (cfr La Città di Dio, XIV, 28).
Di certo questa visione non fu estranea ai fondatori di Sansepolcro. Essi idearono un modello di città articolato e carico di speranza per il futuro, nel quale i discepoli di Cristo erano chiamati ad essere il motore della società nella promozione della pace, attraverso la pratica della giustizia. La loro sfida coraggiosa diventò realtà, con la perseveranza di un cammino che, grazie al supporto del carisma benedettino prima e dei monaci Camaldolesi poi, è continuato per generazioni. Fu necessario un forte impegno per fondare una comunità monastica e poi, intorno alla Chiesa Abbaziale, la vostra città. Non fu solo un progetto che segna l’urbanistica del Borgo di Sansepolcro, perché la stessa collocazione del Duomo ha una forte valenza simbolica: è il punto di riferimento, a partire dal quale ciascuno può orientarsi nel cammino, ma soprattutto nella vita; costituisce un forte richiamo a guardare in alto, a sollevarsi dalla quotidianità, per dirigere gli occhi al Cielo, in una continua tensione verso i valori spirituali e verso la comunione con Dio, che non aliena dal quotidiano, ma lo orienta e lo fa vivere in modo ancora più intenso. Questa prospettiva è valida anche oggi, per recuperare il gusto della ricerca del «vero», per percepire la vita come un cammino che avvicina al «vero» e al «giusto».
Cari amici, l’ideale dei vostri fondatori è giunto fino ai nostri giorni e costituisce non soltanto il cardine dell’identità di Sansepolcro e della Chiesa diocesana, ma anche una sfida a conservare e promuovere il pensiero cristiano, che è all’origine di questa Città.
Il Millenario è l’occasione per compiere una riflessione, che è, ad un tempo, cammino interiore sulle vie della fede e impegno a riscoprire le radici cristiane, affinché i valori evangelici continuino a fecondare le coscienze e la storia quotidiana di voi tutti. Oggi vi è particolare bisogno che il servizio della Chiesa al mondo si esprima con fedeli laici illuminati, capaci di operare dentro la città dell’uomo, con la volontà di servire al di là dell’interesse privato, al di là delle visioni di parte. (…) Alla sfiducia verso l’impegno nel politico e nel sociale, i cristiani, specialmente i giovani, sono chiamati a contrapporre l’impegno e l’amore per la responsabilità, animati dalla carità evangelica, che chiede di non rinchiudersi in se stessi, ma di farsi carico degli altri. Ai giovani rivolgo l’invito a saper pensare in grande: abbiate il coraggio di osare! Siate pronti a dare nuovo sapore all’intera società civile, con il sale dell’onestà e dell’altruismo disinteressato. E’ necessario ritrovare solide motivazioni per servire il bene dei cittadini.