VITA
FAMIGLIA EDUCAZIONE LIBERTÀ RELIGIOSA: VIE PER LA PACE
BENEDETTO XVI: UDIENZA AL CORPO
DIPLOMATICO ACCREDITATO PRESSO LA SANTA SEDE PER LA PRESENTAZIONE DEGLI AUGURI
PER IL NUOVO ANNO, Roma, Sala Regia del Palazzo Apostolico, 07.01.2013
Il Vangelo di Luca racconta che,
nella notte di Natale, i pastori odono i cori angelici che glorificano Dio e
annunciano la pace sull’umanità. L’Evangelista sottolinea così la stretta
relazione fra Dio e l’anelito profondo dell’uomo di ogni tempo a conoscere la verità,
a praticare la giustizia e a vivere nella pace (cfr Giovanni XXIII, Pacem in
terris: AAS 55 [1963], 257). Oggi si è indotti talvolta a pensare che la
verità, la giustizia e la pace siano utopie e che esse si escludano mutuamente.
Conoscere la verità sembra impossibile e gli sforzi per affermarla appaiono
sfociare spesso nella violenza. D’altra parte, secondo una concezione ormai
diffusa, l’impegno per la pace si riduce alla ricerca di compromessi che
garantiscano la convivenza fra i Popoli, o fra i cittadini all’interno di una
Nazione. Al contrario, nell’ottica cristiana esiste un’intima connessione tra
la glorificazione di Dio e la pace degli uomini sulla terra, così che la pace
non sorge da un mero sforzo umano, bensì partecipa dell’amore stesso di Dio. Ed
è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza.
Infatti, quando si cessa di riferirsi a una verità oggettiva e trascendente,
come è possibile realizzare un autentico dialogo? In tal caso come si può
evitare che la violenza, dichiarata o nascosta, diventi la regola ultima dei
rapporti umani? In realtà, senza un’apertura trascendente, l’uomo cade facile
preda del relativismo e gli riesce poi difficile agire secondo giustizia e
impegnarsi per la pace. (…)
Sempre di nuovo la
costruzione della pace passa per la tutela dell’uomo e dei suoi diritti
fondamentali. Tale impegno, seppure con modalità e intensità diverse,
interpella tutti i Paesi e deve costantemente essere ispirato dalla dignità
trascendente della persona umana e dai principi iscritti nella sua natura. Fra questi figura in primo piano il
rispetto della vita umana, in ogni sua fase. (…) Purtroppo, soprattutto
nell’Occidente, vi sono numerosi equivoci sul significato dei diritti umani e
dei doveri ad essi correlati. Non di rado i diritti sono confusi con esacerbate
manifestazioni di autonomia della persona, che diventa autoreferenziale, non
più aperta all’incontro con Dio e con gli altri, ma ripiegata su se stessa nel
tentativo di soddisfare i propri bisogni. Per essere autentica, la difesa dei
diritti deve, al contrario, considerare l’uomo nella sua integralità personale
e comunitaria.(…)
Vorrei aggiungere che la pace sociale
è messa in pericolo anche da alcuni attentati alla libertà religiosa: talvolta
si tratta di marginalizzazioni della religione nella vita sociale; in altri
casi di intolleranza, o persino di violenza nei confronti di persone, di
simboli identitari e di istituzioni religiose. Capita anche che ai credenti - e
ai cristiani in modo particolare - sia impedito di contribuire al bene comune
con le loro istituzioni educative ed assistenziali. Per salvaguardare
effettivamente l’esercizio della libertà religiosa è poi essenziale rispettare
il diritto all’obiezione di coscienza. Questa “frontiera” della libertà tocca
dei principi di grande importanza, di carattere etico e religioso, radicati
nella dignità stessa della persona umana. Essi sono come i “muri portanti” di
ogni società che voglia essere veramente libera e democratica. Pertanto,
vietare l’obiezione di coscienza individuale ed istituzionale, in nome della
libertà e del pluralismo, paradossalmente aprirebbe invece le porte proprio
all’intolleranza e al livellamento forzato (…)