PERCHE' AD HOC

PERCHE' AD HOC

Per amore di ciò che sta accadendo ora intendiamo seguire Benedetto XVI, per dare nuovo slancio alla cultura del nostro tempo e per restituire alla fede cristiana piena cittadinanza anche nelle nostre città.

La parola del Papa è uno strumento straordinario per il lavoro culturale di ciascuno nei luoghi dove si dipana la vita quotidiana

sabato 5 novembre 2011

AD HOC NUMERO 250 DUE NOVEMBRE

L’UOMO E’ SPIEGABILE SOLO SE C’E’ UN AMORE CHE SUPERA LA MORTE
BENEDETTO XVI: UDIENZA GENERALE, Roma, Aula Paolo VI, 02.11.2011
            (…) Da sempre l’uomo si è preoccupato dei suoi morti e ha cercato di dare loro una sorta di seconda vita attraverso l’attenzione, la cura, l’affetto. In un certo modo si vuole conservare la loro esperienza di vita; e, paradossalmente, come essi hanno vissuto, che cosa hanno amato, che cosa hanno temuto, che cosa hanno sperato e che cosa hanno detestato, noi lo scopriamo proprio dalle tombe, davanti alle quali si affollano ricordi. Esse sono quasi uno specchio del loro mondo. Perché è così? 

     Perché, nonostante la morte sia spesso un tema quasi proibito nella nostra società, e vi sia il tentativo continuo di levare dalla nostra mente il solo pensiero della morte, essa riguarda ciascuno di noi, riguarda l’uomo di ogni tempo e di ogni spazio. E davanti a questo mistero tutti, anche inconsciamente, cerchiamo qualcosa che ci inviti a sperare, un segnale che ci dia consolazione, che si apra qualche orizzonte, che offra ancora un futuro. 
       La strada della morte, in realtà, è una via della speranza e percorrere i nostri cimiteri, come pure leggere le scritte sulle tombe è compiere un cammino segnato dalla speranza di eternità. Ma ci chiediamo: perché proviamo timore davanti alla morte? Perché l’umanità, in una sua larga parte, mai si è rassegnata a credere che al di là di essa non vi sia semplicemente il nulla? Direi che le risposte sono molteplici: abbiamo timore davanti alla morte perché abbiamo paura del nulla, di questo partire verso qualcosa che non conosciamo, che ci è ignoto. E allora c’è in noi un senso di rifiuto perché non possiamo accettare che tutto ciò che di bello e di grande è stato realizzato durante un’intera esistenza, venga improvvisamente cancellato, cada nell’abisso del nulla. Soprattutto noi sentiamo che l’amore richiama e chiede eternità e non è possibile accettare che esso venga distrutto dalla morte in un solo momento. (…)
     Cari amici, la solennità di tutti i Santi e la Commemorazione di tutti i fedeli defunti ci dicono che solamente chi può riconoscere una grande speranza nella morte, può anche vivere una vita a partire dalla speranza. Se noi riduciamo l’uomo esclusivamente alla sua dimensione orizzontale, a ciò che si può percepire empiricamente, la stessa vita perde il suo senso profondo. L’uomo ha bisogno di eternità ed ogni altra speranza per lui è troppo breve, è troppo limitata. L’uomo è spiegabile solamente se c’è un Amore che superi ogni isolamento, anche quello della morte, in una totalità che trascenda anche lo spazio e il tempo. L’uomo è spiegabile, trova il suo senso più profondo, solamente se c’è Dio. E noi sappiamo che Dio è uscito dalla sua lontananza e si è fatto vicino, è entrato nella nostra vita e ci dice: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me non morirà in eterno» (Gv 11,25-26).

AD HOC N.45/2011 (250) 6 NOVEMBRE 2011

LA RELIGIONE VALORE NECESSARIO PER LA FORMAZIONE DELLA PERSONA
BENEDETTO XVI: DISCORSO ALL’AMBASCIATORE DEL BRASILE,  ROMA 31/10/2011
(…) Un capitolo importante in questa feconda storia comune è stato scritto con l'Accordo firmato fra la Santa Sede e il Governo brasiliano nel 2008. Tale Accordo, lungi dall'essere una fonte di privilegi per la Chiesa o presupporre un affronto alla laicità dello Stato, mira solo a dare un carattere ufficiale e giuridicamente riconosciuto all'indipendenza e alla collaborazione fra queste due realtà. (…) La Chiesa spera che lo Stato, a sua volta, riconosca che una sana laicità non deve considerare la religione come un semplice sentimento individuale che si può relegare nell'ambito privato, ma come una realtà che, essendo anche organizzata in strutture visibili, ha bisogno che la sua presenza comunitaria pubblica venga riconosciuta.

Per questo corrisponde allo Stato garantire la possibilità del libero esercizio di culto di ogni confessione religiosa, come pure le sue attività culturali, educative e caritative, sempre che ciò non sia in contrasto con l'ordine morale e pubblico. Ebbene, il contributo della Chiesa non si limita a concrete iniziative assistenziali, umanitarie, educative, e così via, ma tiene presente, in modo particolare, la crescita etica della società, promossa dalle molteplici manifestazioni di apertura al trascendente e per mezzo della formazione di coscienze sensibili al compimento dei doveri di solidarietà. Pertanto l'Accordo firmato fra il Brasile e la Santa Sede è la garanzia che permette alla comunità ecclesiale di sviluppare tutte le sue potenzialità a beneficio di ogni persona umana e di tutta la società brasiliana.

Fra questi campi di reciproca collaborazione, mi compiaccio di sottolineare qui, Signor Ambasciatore, quello dell'educazione, al quale la Chiesa ha contribuito con innumerevoli istituzioni educative, il cui prestigio è riconosciuto da tutta la società. In effetti, il ruolo dell'educazione non si può ridurre a una mera trasmissione di conoscenze e di abilità che mirano alla formazione di un professionista, ma deve includere tutti gli aspetti della persona, dal suo lato sociale al suo anelito di trascendenza. Per questo motivo è opportuno riaffermare che l'insegnamento religioso confessionale nelle scuole pubbliche, così come è stato confermato nel suddetto Accordo del 2008, lungi dal significare che lo Stato assume o impone un determinato credo religioso, indica il riconoscimento della religione come un valore necessario per la formazione integrale della persona. E l'insegnamento in questione non si può ridurre a una generica sociologia delle religioni, poiché non esiste una religione generica, aconfessionale. Così l'insegnamento religioso confessionale nelle scuole pubbliche, oltre a non ferire la laicità dello Stato, garantisce il diritto dei Paesi a scegliere l'educazione dei propri figli, contribuendo in tal modo alla promozione del bene comune.
(…) Da Dio Onnipotente, per intercessione di Nossa Senhora Aparecida, invoco abbondanti Benedizioni per la sua persona, per quanti le sono cari e per la Repubblica Federativa del Brasile, che lei, Eccellenza, a partire da ora, ha l'onore di rappresentare presso la Santa Sede.