TERESA D'AVILA: SANTO E’ CHI PERMETTE A CRISTO
DI ENTRARE NELLA SUA ANIMA
BENEDETTO XVI: MESSAGGIO AL VESCOVO DI ÁVILA NEL 450° ANNIVERSARIO
DELLA FONDAZIONE DEL MONASTERO DI SAN JOSÉ EN ÁVILA, 16.07.2012
(…) Innamorata del
Signore, Santa Teresa non desiderò altro che compiacerlo in tutto. In effetti,
un santo non è colui che compie grandi imprese basandosi sull'eccellenza delle
sue qualità umane, ma chi permette con umiltà che a Cristo di penetrare nella
sua anima, di agire attraverso la sua persona, di essere Lui il vero
protagonista di tutte le sue azioni e i suoi desideri, colui che ispira ogni
iniziativa e sostiene ogni silenzio. Lasciarsi guidare in questo modo da Cristo è possibile solo per
chi ha un'intensa vita di preghiera. Questa consiste, con le parole della Santa
d'Avila, nel «parlare dell'amicizia, un trovarsi frequentemente da soli a soli
con chi sappiamo che ci ama» (Libro della Vita, 8 e 5). La riforma dell'ordine
carmelitano, il cui anniversario ci colma di gioia interiore, nasce dalla
preghiera e tende alla preghiera. Nel promuovere un ritorno radicale alla
Regola primitiva, allontanandosi dalla Regola mitigata, santa Teresa di Gesù
voleva propiziare una forma di vita che favorisse l'incontro personale con il
Signore, per la qual cosa basta «solo di ritirarsi in solitudine, sentirlo
dentro di sé e non meravigliarsi di ricevere un tale Ospite».
(…) Anche oggi, come nel XVI secolo, tra rapide
trasformazioni, è necessario che la preghiera fiduciosa sia l'anima
dell'apostolato, affinché risuoni, con grande chiarezza e vigoroso dinamismo,
il messaggio redentore di Gesù Cristo. È urgente che la Parola di vita vibri
nelle anime in modo armonioso, con note squillanti e attraenti.
In questo appassionante compito, l'esempio di Teresa d'Avila ci è di grande aiuto. Possiamo affermare che, al suo tempo, la Santa evangelizzò senza mezzi termini, con ardore mai spento, con metodi lontani dall'inerzia, con espressioni aureolate di luce. Ciò conserva tutta la sua freschezza nel crocevia attuale, dove si sente l'urgenza che i battezzati rinnovino il loro cuore attraverso la preghiera personale, incentrata anche, secondo i dettami della Mistica di Avila, sulla contemplazione della Santissima Umanità di Cristo come unico cammino per trovare la gloria di Dio (cfr. Libro della Vita 22,1; Castello interiore 6,7). Così si potranno formare famiglie autentiche, che scoprano nel Vangelo il fuoco del proprio nucleo familiare; comunità cristiane vive e unite, cementate in Cristo come loro pietra d'angolo, che abbiamo sete di una vita di servizio fraterno e generoso. È anche auspicabile che l'incessante preghiera promuova l'attenzione prioritaria per la pastorale vocazionale, sottolineando in particolare la bellezza della vita consacrata, che bisogna accompagnare debitamente come tesoro proprio della Chiesa, come torrente di grazie, nella sua dimensione sia attiva sia contemplativa.
La forza di Cristo porterà anche a moltiplicare le iniziative affinché il popolo di Dio riacquisti il suo vigore nell'unica forma possibile: dando spazio dentro di noi ai sentimenti del Signore Gesù (cfr. Fil 2,5) e ricercando in ogni circostanza un'esperienza radicale del suo Vangelo. Il che significa, prima di tutto, permettere allo Spirito Santo di renderci amici del Maestro e di configurarci a Lui.
In questo appassionante compito, l'esempio di Teresa d'Avila ci è di grande aiuto. Possiamo affermare che, al suo tempo, la Santa evangelizzò senza mezzi termini, con ardore mai spento, con metodi lontani dall'inerzia, con espressioni aureolate di luce. Ciò conserva tutta la sua freschezza nel crocevia attuale, dove si sente l'urgenza che i battezzati rinnovino il loro cuore attraverso la preghiera personale, incentrata anche, secondo i dettami della Mistica di Avila, sulla contemplazione della Santissima Umanità di Cristo come unico cammino per trovare la gloria di Dio (cfr. Libro della Vita 22,1; Castello interiore 6,7). Così si potranno formare famiglie autentiche, che scoprano nel Vangelo il fuoco del proprio nucleo familiare; comunità cristiane vive e unite, cementate in Cristo come loro pietra d'angolo, che abbiamo sete di una vita di servizio fraterno e generoso. È anche auspicabile che l'incessante preghiera promuova l'attenzione prioritaria per la pastorale vocazionale, sottolineando in particolare la bellezza della vita consacrata, che bisogna accompagnare debitamente come tesoro proprio della Chiesa, come torrente di grazie, nella sua dimensione sia attiva sia contemplativa.
La forza di Cristo porterà anche a moltiplicare le iniziative affinché il popolo di Dio riacquisti il suo vigore nell'unica forma possibile: dando spazio dentro di noi ai sentimenti del Signore Gesù (cfr. Fil 2,5) e ricercando in ogni circostanza un'esperienza radicale del suo Vangelo. Il che significa, prima di tutto, permettere allo Spirito Santo di renderci amici del Maestro e di configurarci a Lui.