PERCHE' AD HOC

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Per amore di ciò che sta accadendo ora intendiamo seguire Benedetto XVI, per dare nuovo slancio alla cultura del nostro tempo e per restituire alla fede cristiana piena cittadinanza anche nelle nostre città.

La parola del Papa è uno strumento straordinario per il lavoro culturale di ciascuno nei luoghi dove si dipana la vita quotidiana

venerdì 4 maggio 2012

AD HOC N.21/2012 (280) 6 MAGGIO 2012


LA RADICE EUROPEA DI CULTURA E PROGRESSO ORIGINA DAL QUARERE DEUM


BENEDETTO XVI: VISITA ALLA SEDE DI ROMA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE "AGOSTINO GEMELLI", 03.05.2012


            () Il nostro è un tempo in cui le scienze sperimentali hanno trasformato la visione del mondo e la stessa auto comprensione dell’uomo. Le molteplici scoperte, le tecnologie innovative che si susseguono a ritmo incalzante, sono ragione di motivato orgoglio, ma spesso non sono prive di inquietanti risvolti. Sullo sfondo, infatti, del diffuso ottimismo del sapere scientifico si protende l’ombra di una crisi del pensiero. Ricco di mezzi, ma non altrettanto di fini, l’uomo del nostro tempo vive spesso condizionato da riduzionismo e relativismo, che conducono a smarrire il significato delle cose; quasi abbagliato dall’efficacia tecnica, dimentica l’orizzonte fondamentale della domanda di senso, relegando così all’irrilevanza la dimensione trascendente. Su questo sfondo, il pensiero diventa debole e acquista terreno anche un impoverimento etico, che annebbia i riferimenti normativi di valore. Quella che è stata la feconda radice europea di cultura e di progresso sembra dimenticata. In essa, la ricerca dell’assoluto - il quaerere Deum - comprendeva l’esigenza di approfondire le scienze profane, l’intero mondo del sapere (cfr Discorso al Collège des Bernardins di Parigi, 12 settembre 2008). La ricerca scientifica e la domanda di senso, infatti, pur nella specifica fisionomia epistemologica e metodologica, zampillano da un’unica sorgente, quel Logos che presiede all’opera della creazione e guida l’intelligenza della storia. Una mentalità fondamentalmente tecnopratica genera un rischioso squilibrio tra ciò che è possibile tecnicamente e ciò che è moralmente buono, con imprevedibili conseguenze. E’ importante allora che la cultura riscopra il vigore del significato e il dinamismo della trascendenza, in una parola, apra con decisione l’orizzonte del quaerere Deum. (…)


Religione del Logos, il Cristianesimo non relega la fede nell’ambito dell’irrazionale, ma attribuisce l’origine e il senso della realtà alla Ragione creatrice, che nel Dio crocifisso si è manifestata come amore e che invita a percorrere la strada del quaerere Deum: «Io sono la via, la verità, la vita». Commenta san Tommaso d’Aquino: "Il punto di arrivo di questa via infatti è il fine del desiderio umano. Ora l’uomo desidera due cose principalmente: in primo luogo quella conoscenza della verità che è propria della sua natura. In secondo luogo la permanenza nell’essere, proprietà questa comune a tutte le cose. In Cristo si trova l’una e l’altra... Se dunque cerchi per dove passare, accogli Cristo perché egli è la via» (Esposizioni su Giovanni, cap. 14, lectio 2). ()Vissuta nella sua integralità, la ricerca è illuminata da scienza e fede, e da queste due «ali» trae impulso e slancio, senza mai perdere la giusta umiltà, il senso del proprio limite. In tal modo la ricerca di Dio diventa feconda per l’intelligenza, fermento di cultura, promotrice di vero umanesimo, ricerca che non si arresta alla superficie. Cari amici, lasciatevi sempre guidare dalla sapienza che viene dall’alto, da un sapere illuminato dalla fede, ricordando che la sapienza esige la passione e la fatica della ricerca.

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