PERCHE' AD HOC

PERCHE' AD HOC

Per amore di ciò che sta accadendo ora intendiamo seguire Benedetto XVI, per dare nuovo slancio alla cultura del nostro tempo e per restituire alla fede cristiana piena cittadinanza anche nelle nostre città.

La parola del Papa è uno strumento straordinario per il lavoro culturale di ciascuno nei luoghi dove si dipana la vita quotidiana

venerdì 11 novembre 2011

AD HOC N.46/2011 (251) 13 NOVEMBRE 2011

LA CHIESA FA POLITICA COSI’

BENEDETTO XVI: DISCORSO AL NUOVO AMBASCIATORE DI GERMANIA PRESSO LA SANTA SEDE, Roma,7.11.2011       
  
            (…) Abbiamo ancora davanti agli occhi, in maniera viva, le immagini gioiose del mio viaggio in Germania, nel settembre scorso (...) “Ovunque ho potuto vedere come le persone anelino alla verità. Noi cristiani dobbiamo dare testimonianza alla verità, per darle forma nella vita personale, familiare e sociale”.(…) Senza dubbio, la Chiesa è anche una comunità culturale e influenza in questo modo le società nelle quali è presente. Tuttavia, essa è convinta di non avere solo creato aspetti culturali comuni in diverse forme nei vari Paesi, e di essere stata a sua volta plasmata dalle loro tradizioni.
             La Chiesa cattolica è consapevole di conoscere, attraverso la sua fede, la verità sull’uomo e quindi di avere il dovere di intervenire in favore dei valori che sono validi per l’uomo in quanto tale, indipendentemente dalle varie culture.

            Essa distingue fra la specificità della sua fede e le verità della ragione, a cui la fede apre gli occhi e alle quali l’uomo in quanto uomo può accedere anche a prescindere da questa fede. Fortunatamente, un patrocinio fondamentale di tutti i valori umani universali è divenuto diritto positivo nella nostra costituzione del 1949 e nelle dichiarazioni sui diritti dell’uomo dopo la seconda guerra mondiale, perché delle persone, dopo gli orrori della dittatura, hanno riconosciuto la loro validità universale, che si basa sulla loro verità antropologica e l’hanno tradotta in diritto vigente.
            Oggi, si discute di nuovo di valori fondamentali dell’essere umano, nei quali si tratta della dignità dell’uomo in quanto tale. Qui la Chiesa, al di là dell’ambito della sua fede, considera suo dovere difendere, nella totalità della nostra società, le verità e i valori, nei quali è in gioco la dignità dell’uomo in quanto tale. Quindi, per citare un punto particolarmente importante, non abbiamo diritto di giudicare se un individuo sia ‘già persona’, oppure ‘ancora persona’, e ancor meno ci spetta manipolare l’uomo e voler, per così dire, farlo. Una società è veramente umana soltanto quando protegge senza riserve e rispetta la dignità di ogni persona dal concepimento fino al momento della sua morte naturale. Tuttavia, se decidesse di ’scartare’ i suoi membri più bisognosi di tutela, di escludere uomini dall’essere uomini, si comporterebbe in maniera profondamente inumana e anche in modo non veritiero rispetto all’uguaglianza – evidente per ogni persona di buona volontà – della dignità di tutte le persone, in tutti gli stadi della vita.

            Se la Santa Sede interviene in campo legislativo in merito alle questioni fondamentali della dignità umana, che si pongono oggi in numerosi ambiti dell’esistenza prenatale dell’uomo, non lo fa per imporre la fede ad altri in modo indiretto, ma per difendere valori che per tutti sono fondamentalmente intellegibili come verità dell’esistenza, anche se interessi di altra natura cercano di offuscare in vari modi questa considerazione”

Nessun commento:

Posta un commento